Un modello da imitare? In Svizzera le tangenti si deducono dai redditi - Angelo Acquafresca
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Un modello da imitare? In Svizzera le tangenti si deducono dai redditi

 

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Un modello da imitare? In Svizzera le tangenti si deducono dai redditi

di Maurizio Cannone

Le due notizie escono insieme.

In Italia tutta la famiglia Ligresti agli arresti per diversi reati, tra i quali sembra anche il pagamento di tangenti.

Dalla Svizzera, invece, si ricorda che pagare tangenti tra privati non solo non è reato ma la cifra è anche fiscalmente deducibile.

Tralasciando la prima notizia, già abbondantemente trattata, il giornale di Zurigo, Tages Anzeiger, pubblica un approfondimento sulla normativa elvetica per cui nel settore privato non solo la pratica della mazzetta è ampiamente diffusa ma, addirittura, l’importo può diventare voce di costo deducibile fiscalmente.

“E’ sufficiente dimostrare – recita la legge – che senza bustarelle determinate operazioni non potevano essere portate a termine”.

“Semmai – spiega il deputato Fulvio Pelli, membro della Commissione finanze del Parlamento di Berna – è il corrotto che può incorrere in una querela, se si dimostra che, accettando una mazzetta, ha danneggiato la propria azienda.

Quello che rischia è una denuncia per il reato di amministrazione infedele”.

Chi versa la tangente viene addirittura premiato dal fisco, versando meno tasse.

Come se l’opera di corruzione fosse equivalente all’uso dell’auto aziendale o di un viaggio di lavoro.

Discorso diverso per la pubblica amministrazione.

Anche in Svizzera scatta il reato di corruzione.

Un delirio svizzero dove la morale si piega agli affari?

Assolutamente no.

In Polonia, per esempio, le tangenti si inseriscono nella fattura.

Insieme al totale dell’importo versato dall’azienda.