27 Giu PERCHE’ LA TASSA AIRBNB NON E’ UNA NOVITA’?
Negli ultimi mesi si è parlato molto della “tassa Airbnb” anche se in realtà non si tratta di una nuova tassa perchè chi affitta un immobile è sempre stato tenuto a dichiarare il canone percepito e a pagare le imposte anche nei casi di affitti brevi (con durata cioè inferiore a 30 giorni). Quello che cambia, e solo per alcune categorie di alloggi, sono: la possibilità di usufruire della cedolare secca e il soggetto sostituto di imposta (intermediari, agenzie, portali).
LA CRESCITA RAPIDA DEL FENOMENO B&B CHE INTERESSA AL FISCO
Negli ultimi anni in Italia abbiamo assistito alla crescita esponenziale delle strutture ricettive B&B con conseguente aumento dei fatturati derivanti da questa attività. I bed and breakfast offrono alloggio a turisti e viaggiatori che scelgono queste strutture perché sono piccole e con poche camere, solitamente hanno costi più contenuti rispetto all’hotel, offrono un ambiente più familiare e meno asettico, più rapporti umani e più contatto con lo stile di vita locale. La crescita del numero di questo tipo di alloggi è dovuta anche al fatto che sempre più persone scelgono di avviare un B&B come fonte di guadagno alternativa, certamente chi lo fa con passione non ha solo questo obiettivo ma lo fa perchè ha voglia di condividere la conoscenza e l’amore per la propria terra con l’esterno. La ricca offerta di strutture B&B unite all’ormai consolidata offerta delle compagnie aeree low-cost d’altronde offre a viaggiatori italiani e stranieri opportunità turistiche che anni fa mancavano: viaggi mordi e fuggi più numerosi nell’arco dell’anno o meno viaggi ma più lunghi perché a prezzi più contenuti. Il fenomeno affitti brevi e B&B in sostanza interessa al fisco perché i fatturati degli ultimi anni sono molto interessanti ma l’evasione è ancora alta.
TASSA AIRBNB: QUALI SONO LE NOVITA’ INTRODOTTE CON LA MANOVRINA 2017 ?
1) Dal 1 giugno 2017 l’imposta sostitutiva cedolare secca del 21% diventa il regime normale relativo alle imposte anche per gli affitti brevi. In pratica la cedolare secca viene estesa anche a tutti i contratti di durata inferiore a 30 giorni di locazione, sublocazione e contratti a titolo oneroso che hanno ad oggetto il godimento di un immobile. Inclusi quelli che prevedono servizi di fornitura di biancheria e pulizia dei locali e quindi le attività di B&B. Non c’è obbligo di comunicazione dell’utilizzo dell’opzione della cedolare secca per i contratti che nell’anno hanno durata complessiva inferiore a 30 giorni. Il regime fiscale introdotto riguarda solo le persone fisiche escludendo affittacamere, attività di agriturismo, b&b con partita iva, attività comunque esercitate in forma di impresa.
2) La nuova legge impone agli intermediari (gestori dei portali web come Airbnb o Booking, agenzie immobiliari, altro intermediario) la comunicazione all’Agenzia delle entrate dei contratti di affitto breve conclusi per loro tramite operando, come sostituti d’imposta, una ritenuta del 21% sui canoni incassati.
ASPETTIAMO LE SPECIFICHE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
L’Agenzia delle Entrate dovrà chiarire tutti i dettagli sui nuovi adempimenti e in particolare dovrà specificare se per i B&B la ritenuta del 21% costituirà acconto o imposta sostitutiva a tutti gli effetti trattandosi di un’attività ricettiva vera e propria e non di un affitto. Per gli affitti brevi per chi lo desidera resta comunque possibile inserire il canone di affitto nel reddito complessivo applicando la tassazione ordinaria.
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CEO CASA&STYLE.
Per me questa non è solo una professione ma una vera e propria PASSIONE che dura ormai da più di venticinque anni. Amo e ricerco ciò che è bello ma prima delle case per me vengono le PERSONE: ville, appartamenti, attici, proprietà di pregio, senza le emozioni di chi le abita, sono solo scatole vuote.